E’ pericoloso sporgersi, dice il cartello ufficiale dei tempi correnti. E’ necessario farlo.
Qualcuno tiene alla tua vita mantenendo una corda. Qualcuno assicura la salita, sorveglia la discesa.
Arrampicare è uno sport, un gioco all’aria aperta, ma con il vuoto squadernato sotto, pronto a far valere la sua severa legge di gravità, senza eccezioni. Quel vuoto è pieno: di metri scalati, di moschettoni messi in un occhio di metallo e di corda infilata, di desiderio in via di esaudimento.
Le dita pensano, toccando rientranze, sporgenze, fessure. Le dita pensano al corpo che deve seguirle. Poi i piedi aprono la spinta che si assesta sulle prese seguenti. Il corpo che scala è una fisarmonica che si apre e si chiude tra le punte dei piedi e delle mani.
Una scalata è pure uno spartito eseguito da uno strumento a fiato che va con la sua musica su una tastiera cieca.
( E. de Luca, Il più e il meno )